Lucia

Giù al porto le volevano un bene dell'anima.

"Lucia copriti bene, che fa freddo."

"Minaccia pioggia, Lucia, vuoi un ombrello per tornare a casa?"

"Lucia, eccoti qua due pescetti freschi freschi per la zuppa."

Detto da marinai scontrosi come scorfani, è tutto dire.

Ma Lucia era speciale. A lei non si poteva non voler bene.

Quella donna mingherlina, che andava sempre di fretta su e giù per il molo avvolta in uno scialle nero, salutando tutti per nome, era forse la moglie che tutti avrebbero voluto.

"Ci vediamo al tramonto, come al solito." Lui le aveva detto.

E lei al tramonto lo aspettava. Seduta su una seggiola in cima al molo, proprio ai piedi del faro, rivolta verso il mare aperto, verso la punta del promontorio che tutte le paranze doppiavano tornando a casa.

"Ci vediamo al tramonto." Un buffetto sulla guancia, come quando erano fidanzati, e via al porto, con la saccoccia in spalla e il berretto di lana sul capo.

Dalla porta socchiusa lei lo seguiva con lo sguardo fino a quando scompariva nell'oscurità in fondo alla via.

"Ci vediamo al tramonto." Lei gli voleva bene, ad Antonio. Per lei era tutto. E aveva terrore di perderlo. Quando il tempo era brutto e lui era fuori a pesca con la paranza, lei in casa non riusciva a combinar nulla per l'ansia che l'agitava.

Gliel'aveva detto tante volte "Antonio, cominciamo ad invecchiare tutti e due. Quand'è che ti decidi a lasciare la pesca?"

"Presto, presto.." rispondeva lui. Ma non si decideva mai.

"Ci vediamo al tramonto." Era stata una notte di pioggia e vento e lui era stato incerto fino all'ultimo se uscire con la paranza. Poi aveva deciso di si. Un buffetto sulla guancia e via, insaccato nel suo impermeabile di incerata nero e con il berretto di lana tirato giù fino agli occhi.

Lei aveva passato tutto il giorno davanti alla finestra, guardando la pioggia che scrosciava sui vetri e il mare color del ranno che con il passar delle ore diventava sempre più bianco di schiuma.

"Andrà tutto bene, andrà tutto bene.." si ripeteva tra sè e sè

Antonio era esperto.. e poi non le aveva mai mentito. Sarebbe tornato al tramonto. Anche se fosse scoppiato l'inferno, là in mezzo al mare, lui sarebbe tornato a casa. Per lei . Gliel'aveva giurato tante volte.

Ma cominciò a far buio e lui non era ancora tornato.

Gli altri si, fradici di pioggia e di mare e spossati dalla stanchezza. Loro erano tornati ad abbracciare le mogli e i figli che li aspettavano in ansia sul molo. Ma lui non era ancora tornato, e neppure quelli imbarcati con lui.

Lei aspettò tutta la notte, sotto la pioggia. A tutti quelli che via via rientravano chiedeva notizie dell'Angelina, se l'avessero vista, se sapessero qualcosa. Supplicava, disperata, una parola che la rincuorasse, che le consentisse di sperare ancora.

Nessuno l'aveva più vista, nessuno sapeva..

All'alba Lucia tornò a casa. Senza una parola .

"L'Angelina ha fatto naufragio.... nessuno si è salvato"

Ormai tutti in paese sapevano. Sparsi a piccoli gruppi per le strade e giù nel porto gli uomini commentavano l'accaduto, discutevano tra loro, imprecavano... Qualche passante si fermava ad ascoltare, a dire la sua... poi proseguiva. Le donne, affacciate alla finestra, chiedevano a quelli per la strada, poi si passavano le notizie l'un l'altra...Di bocca in bocca correvano i nomi. L'Angelina ha fatto naufragio.. L'Angelina...

Lucia se ne stette tutto il giorno seduta in cucina, con le persiane chiuse. Non aprì a chi timidamente bussava alla sua porta. Non rispose a chi sommessamente la chiamava.

Verso il tramonto scese ancora sul molo e aspettò. Avvolta nel suo scialle nero, dirimpetto al mare. A sera tornò a casa. E così anche il giorno successivo, e gli altri ancora che seguirono.

La vita in paese tornò rapidamente quella di sempre.

Non per Lucia. Antonio non era ancora tornato.

Un po' prima che il sole calasse dietro il monte, lei prendeva il suo scialle nell'ingresso, e scendeva al porto. Passava tra le donne, i bimbi e i vecchi carichi di ceste e borse in attesa dei loro cari e del frutto del loro lavoro, e con passo svelto raggiungeva l'estremità del molo. Tra cime avvolte alla rinfusa e mucchi di vele e vecchie reti, c'era una seggiola impagliata appoggiata alla base del faro. Quella era per lei. Tutti in paese lo sapevano, e nessuno si sarebbe mai sognato di spostarla di lì.

Lucia vi si sedeva, stringendosi nel suo scialle, e se ne stava così rivolta verso la punta del promontorio. Da là un giorno o l'altro sarebbero comparse le bianche vele di Angelina che avrebbero riportato Antonio a casa.

"Ci vediamo al tramonto." Lui non le aveva mai mentito, sarebbe tornato.

E poi, era successo anche altre volte che lui per qualche fortunale improvviso si fosse rifugiato in qualche cala fuori monte. Perchè non sarebbe dovuto succedere anche questa volta? Sarebbe tornato. Era sicuro. Lei doveva solo aspettare.

E per ingannare il tempo nell'attesa si rendeva utile a quelli del paese che a suo giudizio erano più bisognosi di cure e d'affetto: i gatti e i pescatori.

Per i primi c'era sempre un pensierino gastronomico, diverso, vivaddio, dal solito pesce putrefatto che reperivano sulle paranze.

Tante scodelline distribuite tutte intorno al faro, ed opportunamente distanziate per motivi precauzionali, accoglievano la pastura che lei distribuiva oculatamente al momento dell'arrivo.

Riconoscenti e grate alla loro benefattrice, le bestiole l'aspettavano in gloria già dal primo pomeriggio bivaccando numerose, stravaccate tra le reti e vecchie vele in disuso ai piedi del faro.

Ai pescatori invece, ora che non aveva più i vestiti di Antonio e neppure le vele di Angelina  da rattoppare, dedicava tutto il tempo dell'attesa. Appena seduta sulla sua seggiola tirava fuori dalla borsetta un gomitolo di lana e si metteva a sferruzzare. I berretti da marinaio erano l'articolo preferito, la sua specialità. Per Antonio ne aveva fatti così tanti che ormai avrebbe potuto farli benissimo anche ad occhi chiusi.

E con i berretti che sfornava a getto continuo ripagava i pescatori delle cortesie che le riservavano.

"Lucia, ti ho portato un paio di sogliole leggere e saporite."

"E io ti ho preparato questo bel berretto di lana caldo caldo. Mettilo quando andrai a pescare l'inverno."

E così ogni pescatore aveva il suo bel berretto di lana caldo caldo. Uguale per tutti. Solo il colore era diverso, a seconda del gomitolo disponibile.

Il berretto confezionato da Lucia era diventato un segno distintivo, una divisa di cui i pescatori del paese andavano orgogliosi.

Ma c'erano i giorni della malinconia. Cupa, opprimente. Quando la mancanza di lui le diventava insopportabile.

Lucia si avvolgeva allora stretta stretta nello scialle e tra la disperazione dei gatti affamati che non capivano, guardava lontano, oltre la punta del promontorio, oltre il mare. Quando Antonio era con lei. Quando la sua paranza sfilava davanti al faro rientrando in porto e lui, al timone la salutava con la mano. Quando con la saccoccia in spalla e il berretto sul capo le faceva un buffetto sulla guancia prima di scendere al porto.

"Ci vedremo al tramonto." diceva. E lui non le aveva mai mentito. Sarebbe tornato. Era sicuro. Lei doveva solo aspettare.

 

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