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Albinia

 

 

Mentre sui lidi dell'Argentario al tempo dei Domizi Enobarbi sorgevano ville per il ristoro del corpo e dello spirito dei suddetti, poco più in la', all'estremità settentrionale dell'istmo di Giannella, Albinia era già da tempo un operoso e tutt'altro che insignificante centro costiero.

Le estese, anche se in gran parte frammentarie vestigia archeologiche, hanno rivelato che manufatti con fine abitativo e produttivo erano presenti su entrambe le sponde dell'Albegna per notevole profondità dalla foce verso l'interno per una estensione complessiva presumibile di quasi 25 ettari, superiore cioè a quello di ogni altro centro urbanizzato del territorio cosano.

Il notevole sviluppo di Albinia era stato favorito dai seguenti fattori:

  • una posizione particolarmente favorevole, sulla Via Aurelia, importantissima via consolare, ed alla foce dell'Albegna, fiume navigabile per lungo tratto e idoneo alla realizzazione di un approdo fluviale.
  • un solido sistema produttivo specializzato nella produzione di anfore, laterizi ed altri oggetti ceramici
  • un retroterra ben organizzato nella produzione vinicola di qualità
  • la probabile presenza di una salina

Sulla Via Aurelia....

Gli scavi archeologici negli anni '80 del secolo scorso hanno portato alla luce, principalmente sulla sponda sinistra dell'Albegna, numerosi ambienti facenti parte di un'unico ampio edificio interpretato dagli studiosi come una stazione di sosta, forse una "mansio", per i viaggiatori sulla Via Aurelia , o come punto di appoggio alla navigazione nel Tirreno.

Le mansiones erano stazioni di sosta situate lungo strade di grande comunicazione ad una distanza di circa un giorno di viaggio l'una dall'altra (15-18 km c.a.). Erano gestite dal governo e riservate a personalità

 

Una tipica mansio romana

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di alto livello: dignitari, ufficiali o chiunque viaggiasse per ragioni di stato.  

Le mansiones erano arredate lussuosamente e comprendevano locali per il ristoro, terme e alloggi per riposare.

Locali adiacenti erano riservati alla servitù e per il ristoro, cura o cambio degli animali.

Altri tipi di stazioni di sosta, o alberghi, erano le tabernae e le caupones utilizzabili dai privati cittadini. Venivano spesso costruite in prossimità delle mansiones.

Un ultimo tipo di stazione di sosta erano le mutationes, con lo scopo preciso di offrire al passeggero la possibilità di cambiare le cavalcature o gli animali dei carri e simili.

Talvolta in prossimità delle stazioni di sosta venivano con il tempo realizzate borghi o strutture militari stanziali.

Alla foce dell'Albegna...

La presenza di un approdo fluviale alla foce dell'Albegna è documentata nell'Itinerarium Maritimum del III sec d. C. (flumen habet positionem)

Presumibilmente situato sulla riva sinistra del fiume, poco distante dall'attuale Torre delle Saline, esso svolgeva una funzione vitale per l'attività produttiva di Albinia e di tutta la valle dell'Albegna. Ad esso attraccavano le imbarcazioni da carico che dovevano trasportare ai committenti la grande quantità di anfore prodotte dalle fornaci di Albinia e quelle già riempite e sigillate contenenti i prodotti, principalmente vino, provenienti dall'entroterra.

Il trasporto, quando possibile, avveniva infatti via mare dal momento che una nave da carico poteva trasportare una grande quantità di anfore per volta in modo rapido e sicuro.

Le fornaci...

Che Albinia sia stata in era tardorepubblicana e successivamente imperiale un importante centro artigianale specializzato nella produzione di anfore e ceramiche è senza alcun dubbio confermato dai numerosi rinvenimenti archeologici. Le fornaci utilizzate per tale attività erano, secondo i reperti scoperti a tutt'oggi, numerose e principalmente situate, per un lungo tratto, sulla sponda sinistra dell'Albegna. Altre sono ipotizzate, ma non ancora messe in luce, su quella destra.

Tra le prime e meglio conservate fornaci scoperte vi sono quelle rinvenute a destra dell'attuale Via Aurelia, subito prima del ponte sull'Albegna proveniendo da Roma.

Le anfore prodotte erano destinate ai più svariati usi. In particolare una gran parte veniva utilizzata per l' "imbottigliamento" del vino prodotto nell'entroterra.

Oltre alle anfore le fornaci producevano anche altro materiale quale: laterizi, mattoni, vasellame ed altro.

Le fornaci di Albinia erano generalmente costruite a coppie affiancate tra loro e parallele. Ogni fornace

 

Albinia:  Fornaci 1 e 2

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aveva all'estremità una camera di combustione (furnium) dotata di camino, a cui si accedeva mediante un corridoio con copertura a volta (praefurnium) per l'introduzione del combustibile.

La camera di combustione, di forma rettangolare con l'asse maggiore parallelo a quello del corridoio di accesso, presentava lungo i due lati maggiori una serie di colonnini disposti a pettine.

Ogni coppia di colonnini contrapposti sosteneva un'arcata e su tutte le arcate poggiava una suola forata che costituiva il pavimento della camera di cottura. Questa aveva pareti e copertura a volta realizzate così da avere un discreto isolamento termico verso l'esterno.

Le anfore da cuocere, in argilla essiccata al sole, venivano disposte sul pavimento forato della camera attraverso degli accessi che poi venivano richiusi prima dell'inizio del processo di cottura.

Vicino alle fornaci erano costruiti capannoni e tettoie per i laboratori e per il ricovero dell'argilla, del combustibile e delle anfore da cuocere o già finite.

Produzione di vino...

La bassa valle dell'Albegna al tempo dei Domizi Enobarbi era conosciuta per il vino abbondante e di qualità

 

Imbarcazione vinaria di piccolo cabotaggio

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che vi si produceva, inizialmente nelle vigne dei piccoli proprietari terrieri e successivamente, nell'età

imperiale, nei latifondi a conduzione schiavistica intorno alle villae rusticae dei ricchi patrizi romani.

Il vino prodotto veniva  trasportato, per lo più per via fluviale, ad Albinia, imbarcato sulle navi vinarie attraccate alla foce del fiume ed avviato a destinazione.

Che il vino prodotto godesse di buona fama nelle province romane lo attesta il gran numero di anfore di Albinia, riconoscibili dal marchio di fabbrica che ogni fornace imprimeva sui suoi prodotti, rinvenute nell'allora Gallia, principalmente nel territorio degli Edui. Qui il numero di anfore prodotte ad Albinia superava il 20% tra tutte quelle di provenienza italica.

La salina...

Non esiste alcuna prova certa, documenti o reperti archeologici, che in prossimità di Albinia sia esistita in

 

Una salina romana a Malta

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epoca romana un impianto per l'ottenimento di sale marino. Pur tuttavia la presenza di una salina è ritenuta

molto probabile in base a considerazioni di natura ambientale e di continuità storica.

Il territorio di Albinia, adiacente alla laguna di Orbetello, costituita da bacini salmastri separati dal mare da stretti istmi sabbiosi, offriva condizioni ottimali per l'installazioni di una salina, come più a nord Populonia e a sud Burano.

Tali condizioni erano state  sfruttate al tempo dello Stato dei Presidi, come attesta il nome " Torre delle Saline", ed è pertanto molto ragionevole supporre che lo fossero state anche precedentemente in epoca romana.

D'altra parte la mancanza di reperti archeologici può essere giustificata dal bassissimo impatto ambientale di una salina sul territorio, tale da lasciare poche tracce facilmente cancellabili in tempi brevi.

Molto più difficile stabilire se la salina dovesse soddisfare soltanto il consumo locale, per fornire il sale agli abitanti ed agli impianti di salagione del pesce anche qui certamente presenti come all'Argentario, oppure produrre sale anche per l'esportazione.

 

 

Fonte:

Città e monumenti nell'Italia Antica -  L.Quilici e S.Quilici, ed Hoepli (1999)

Intorno alla produzione di sale a Populonia e nell'ager c:osanus: due casi a confronto- Cristina Carusi  ed. ETS  (2008)

Le fornaci di Albinia e la produzione di anfore nella bassa valle dell'Albegna - D.Vitali, F.Laubenheimer, L.Beuquet,

E.Cottafava, C.Calastri (2005)

Immagini:

(1) Una tipica mansio romana : antikefan.de - (2) Albinia Fornaci 1 e 2 : Jargonetcetera.blogspot.com

(3) Imbarcazione vinaria di piccolo cabotaggio: mareprotettodipuglia.it  - (4) Una salina romana a Malta : i.focus.it

 

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti