|
|||||||
" Mio padre era imbarcato su quella nave..." |
|||||||
Lettera scritta da Franco Lagomarsini ricordando il padre, imbarcato sul Panigaglia
"Sono il figlio di una vittima di quella tragedia, mio padre era un fochista civile, Lagomarsini Pasquale. Allora avevo sei mesi. Al riconoscimento delle poche salme, si recò un cognato di mia madre, ma non riuscì ad individuare la salma di mio padre. La mia famiglia composta da due sorelle e una madre speciale dovettero in qualche modo sopravvivere pensando anche a me. Nella disgrazia, ebbi la fortuna di una famiglia con nonni zie e zii sempre uniti. Di mio padre, mi è sempre mancata la figura e il suo affetto, Quando a 50 anni dal disastro, mi sono recato a visitare quel posto, gli unici ricordi furono una catena con un'ancora e più avanti, nel cimitero di Santo Stefano, una piccola tomba. Ho girato quanto ho potuto per trovare delle testimonianze per capirne un po di più di quell'incidente. Mi avevano raccontato che solo il comandante si era salvato, e che dalla nave rovesciata avevano sentito dei colpi, ma i soccorsi non erano riusciti a salvare nessuno. Nell'atto di morte presso l'anagrafe del comune, c'è solo la dichiarazione del comandante, sulla presenza a bordo di mio padre al momento dell'esplosione. Il tempo passa ma a 68 anni ci penso sempre e la gola si chiude e le lacrime in segreto scendono ancora. Quanto vorrei sapere se ha sofferto. Sono e sono sempre stato orgoglioso di lui, nel mio paese lo conoscevano come uomo tutto fare, e me lo hanno sempre descritto in maniera impeccabile sia per la volontà sia per la dedizione alla famiglia. Mi chiedo da sempre, se il comune o chi per esso, non ritenga doveroso porre una targa, qualcosa di significativo, magari con tutti i nomi. Mi piacerebbe che anche quello di mio padre fosse scritto lì da qualche parte. Mi sembra che solo quell'ancora non ricordi più a nessuno la disgrazia. I giovani chissà a cosa la collegano."
Franco
|
2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti |