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Porto Santo Stefano da ricordare

Buongiorno!

Dedicato a Renzo Rinaldi....ed ai ragazzi del "Fiume"

 

In quegli anni le prospettive di vita per un giovane a Porto Santo Stefano non erano francamente un granchè. Per i più, la vigna o la paranza.

O tutte e due. Di fronte al bivio della scelta Renzo Rinaldi non ebbe dubbi: si arruolò, volontario, nelle Forze Armate. Ovviamente in Marina.

Era il 30 settembre 1930 e Renzo aveva 18 anni.

In quello stesso anno, a 500 chilometri di distanza, dagli scali dello Stabilimento Tecnico di Trieste, il Regio Incrociatore Fiume prendeva il mare.

Ma un anno doveva ancora passare perchè entrambi potessero entrare nel servizio attivo.

Renzo lo trascorse a La Spezia come allievo elettricista, il Fiume in cantiere e sul mare per le operazioni di completamento.

Si incontrarono nel dicembre del '31, quando Renzo ebbe il suo primo imbarco. Ne andava orgoglioso, Renzo, e considerando da quale paese proveniva, non sarebbe potuto essere diversamente.

Nel '34 fu promosso sottocapo elettricista.

Seguirono due brevi imbarchi senza importanza: sulla R.N. Teseo, una barchetta da niente buona solo a rimorchiare e salvare chi si trovava nei guai, e sul R.I Eugenio di Savoia, al contrario una bella nave, blasonata e  di classe. Nel '39 Renzo tornò definitivamente sul Fiume.

Poi la guerra.

La guerra bisogna passarci, per conoscerla. Come ci passarono e conobbero gli abitanti di Porto Santo Stefano che videro il loro paese completamente distrutto dai bombardamenti, e i parenti delle 39 vittime che sotto le bombe persero la vita. Come ci passarono e conobbero anche i suoi familiari, sebbene più fortunati, che vissero, come altri, sfollati tra i colli dell'Argentario.

Non poteva certo immaginare, Renzo.

E non potevano quei ragazzi che insieme a lui erano imbarcati su quella "invincibile" nave.

La guerra vista da mezzo al mare, non sembra neanche guerra. Il mare è sempre quello, non cambia mai. E' come quello di casa.

E poi sarebbe durata poco, la guerra, dicevano tutti. Un anno o due, forse anche meno. Poi sarebbe tornato. A riabbracciare i suoi cari, a ritrovare la sua gente, il suo paese.

La notte del 28 marzo 1941 Renzo era sull'incrociatore Fiume nel mare Egeo, al largo di Capo Matapan.

Era lì con altri 1082 marinai, mentre le cannonate delle navi inglesi facevano a pezzi quella nave, orgoglio della nostra Marina.

Perirono in 814 su quella nave... Per lo più giovanissimi, poco più che ragazzi. Portati a morire in quel mare che non era il loro, dalle scelte sbagliate di chi li comandava e dalla scelleratezza di chi quella guerra aveva voluto.

Altri perirono nella battaglia navale di quella notte: 799 sull'incrociatore Zara, 336 sul Pola, 210 sul cacciatorpediniere Alfieri e 171 sul Carducci. Complessivamente 2330 marinai su 3644 imbarcati.

Era una bella nave il Fiume, dicono gli esperti, con la sua linea filante e i suoi possenti cannoni. Ma in fin dei conti era solo uno strumento di acciaio creato per portare distruzione e morte.

R.I.  Fiume

Meravigliosi erano invece quei ragazzi che lo governavano, nati per vivere. Ognuno un mondo irripetibile. Ognuno una storia.

Riporta la cronaca, che nell'agosto del 1952, su una spiaggia della Sardegna, fu ritrovata una bottiglia sigillata con dentro un brandello di incerata.

Con frettolosa calligrafia vi era scritto:


Regia Nave Fiume – Prego signore date mie notizie alla mia cara mamma mentre io muoio per la patria. Marinaio Chirico Francesco da Futani, Salerno, Italia. Grazie signore” .

 

Un marinaio per tutti in quella tragica notte.

I ragazzi del Fiume

Non è dato sapere come la storia di Renzo Rinaldi abbia avuto fine. Nessuno dei pochi sopravvissuti ha saputo dirlo. E' ragionevole pensare che per la mansione che svolgeva a bordo, 2° capo elettricista, egli abbia cercato fino all'ultimo, tra lo schianto e le vampe delle esplosioni, di mantenere in vita quella nave che ormai stava morendo e che questa se lo sia portato con sé in fondo al mare. Renzo aveva 28 anni.

Può consolare il pensiero che nella disumana crudeltà della guerra, il Fiume, con Renzo e gli altri ragazzi dell'equipaggio, stava accorrendo, con altri, per portare soccorso ad un'altra nave, ad altri marinai.

Il 14 aprile 1941 Renzo Rinaldi fu dichiarato "disperso". Il 30 giugno di quello stesso anno una fredda e burocratica lettera dal Ministero della Marina ne dichiarava la "irreperibilità, a norma dell'articolo 124 della legge di guerra, per gli effetti che la legge a esso attribuisce"

Raccontava mia madre che quand'era ragazzo, con quattro tavole di recupero, dei chiodi e un po' di pece, Renzo si era costruito, come molti della sua età a Porto Santo Stefano, una barchetta. E con quella scorrazzava, con i suoi compagni, tra la Caletta e la Cantoniera.

E tutti gliel'ammiravano – aggiungeva mia madre – perchè Renzo era un "aggeggino" e in queste cose era proprio bravo. E poi il mare gli piaceva da morire”.

L'incrociatore Fiume non esisteva ancora.

 

Nota: Il numero dei marinai caduti e salvati è tratto dal sito: www.regiamarina.net

 

 

 

......... disperso.......

 

Cronaca (1932)

 

La battaglia di Capo Matapan

 

 

Tra coloro che si salvarono....

 

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti