Il polpo e il pescatore "Buon giorno- disse il polpo al pescatore." Se ne stava accucciato su uno scoglio poco sotto la superficie del mare, con i tentacoli compostamente ripiegati a 'cipolla', la testa eretta e gli occhi, due fessure piccine piccine, spalancate sul fondo verde azzurro del mare. Era un giorno d'estate e il sole inondava di luce quello scoglio disegnando arabeschi fluttuanti sull'alga leggera che lo ricopriva. Era un polpo ben educato. Non aveva studiato, ma a differenza degli umani rozzi e volgari che popolavano la terra, in un paese lì vicino, aveva ricevuto una buona educazione in famiglia. Mamma polpa, creatura dolcissima, tra una faccenda e l'altra per tenere in ordine la casa e l'ampia veranda, gli aveva insegnato i buoni sentimenti e le cortesi maniere. Il pescatore non aveva intenzioni aggressive. In realtà era già appagato da quello spettacolo splendido che si spalancava sotto di lui. Il fucile che imbracciava sotto l'ascella era solo un retaggio delle abitudini dei ragazzi del suo paese, tutti pescatori accaniti. Ma quel polpo che prendeva il sole sullo scoglio, come avrebbe fatto tra poco lui stesso uscendo dall'acqua, lo fece riflettere. Rimase inorridito. Proseguì oltre, nuotando piano per non disturbare. "Buongiorno." ripetè il polpo, che era veramente ben educato. Tornato a casa, il pescatore gettò via il fucile e da quel giorno non pescò più
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