Stella

Era poco più grande di un granello di sabbia e veniva da lontano, molto lontano. Aveva vagato per  milioni di anni per l'universo ed ora veniva a morire sulla Terra. Nessuno sapeva che esistesse, a nessuno importava minimamente se esistesse.

Ma prima di scomparire per sempre, volle vendicarsi sulle tenebre che l'avevano sempre oppresso e dell'indifferenza degli uomini: disegnò un bellissimo arco di luce nel cielo, che tutti potessero vedere ed ammirare. Un attimo soltanto, ma tale da ripagarlo di un'eternità di buio e di solitudine..

Una stella cadente. 

Su una sedia a sdraio in mezzo al giardino Gabriele ed Alice nella notte di San Lorenzo aspettavano che qualche stella si decidesse a cadere.

"Papà, papà, l'ho vista! ..Laggiù."

"Si anch'io l'ho vista. Presto.. esprimi un desiderio, che la stella te lo esaudirà"

"Si.. ecco.. desidero che Babbo Natale quest'anno mi porti un bel gattino...vero"

"Te lo porterà sicuramente, amore mio. Una stella cadente esaudisce sempre i desideri che vengono dal cuore.

"Lo chiamerò Pallino"

 

Stefano e Rita si sarebbero sposati a settembre. Il caldo insopportabile di quella sera d'agosto li aveva convinti a cercare un po' di refrigerio, e di solitudine, sulla spiaggia, non lontano dalla casa di lei.

Mentre erano sdraiati uno accanto all'altra sulla sabbia facendo conti e progetti, d'improvviso la luce della stella guizzò nel cielo davanti a loro.

"Guarda..." fece appena in tempo a dire Stefano, indicando con la mano.

"E' per noi..." precisò Rita, pronta come sempre a mettere il suo nome e cognome su tutto ciò che non avesse ancora un proprietario.

Poi, dopo un attimo di silenzio aggiunse imperiosa:

"E guai a te se ti scorderai di questo momento. Ti riempirei di tante corna come nemmeno in un corbello di chiocciole. Giura che lo farai!"

"Lo giuro" rispose Stefano stringendole forte la mano.

Non potevano saperlo, ma lui avrebbe mantenuto la promessa.

Sarebbero stati felici.

 

Lina era seduta su una sedia davanti alla finestra spalancata che dava sul mare.

Lo faceva sempre quando Antonio, nei giorni di burrasca, tardava a rientrare dalla pesca con la sua paranza.

Poi un giorno Antonio l'aveva lasciata, ma lei, la sera, prima di andare a letto, si metteva ancora su quella sedia, sferruzzando e con il pensiero lontano.

La stella cadde davanti a lei.

Lina posò i ferri a terra, si alzò e se ne andò a letto. Era felice. Antonio non l'aveva dimenticata .

 Anna intravide la stella riflessa nello specchio dell'armadio di camera, ma non se ne curò.

Su di lei Francesco si dimenava come un ossesso. Il suo corpo flaccido, sudato e maleodorante la opprimeva, le toglieva il respiro, il suo ansare convulso la disgustava.

"Ho voglia - le aveva detto rientrando a casa dopo il solito salto al bar dagli amici - spogliati."

E lei, come sempre, si era avviata verso il letto.

Com'era diverso quello che Anna sognava, quando da ragazza la sera interrogava le stelle... Com'era diverso...

"Ah..come godo, amore mio.." disse con un filo di voce. Lui lo esigeva.

"Si, si.. godi maiala, godi.."

Ad Anna venne voglia di piangere.."

 

Osvaldo non vide la stella che cadeva.. E se anche l'avesse vista probabilmente non gliene sarebbe importato granchè.

Era solo nel suo letto d'ospedale.

Stava solo aspettando.

 

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