Porto Santo Stefano da ricordare |
10 maggio 1959: Marinai d'Italia..... |
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Porto Santo Stefano - 10 maggio 1959 Nella mia ingenua eloquenza di donna del popolo, accomuno voi tutti signori comandanti, ufficiali, sottufficiali e soldati, in un unica espressione: Marinai d'Italia. Orgoglio del nostro sangue, eletto fiore di giovinezza cresciuto lungo i lidi ove gli antichi padri legarono l'alte galee di Roma. Il grande onore dell'offerta del tricolore di guerra, pių che a noi madri vedove e orfani dei caduti e della gente che vive sul mare, č reso a coloro che nell'adempimento del proprio dovere, in guerra ed in pace, trovarono la morte gloriosa in fondo ai flutti. A noi non č concesso, č vero, il conforto di inginocchiarsi sulle loro tombe olezzanti di fiori, ma pure noi li sentiamo pių vicino a noi, anche materialmente, perchč queste onde che lambiscono i nostri lidi vengono dai profondi abissi ed hanno forse accarezzato quei poveri corpi dei nostri cari. Tanti anni addietro, una donna, tutta velata, in lunga gramaglia, in una triste funzione nella Basilica di Aquileia, ebbe l'onore di designare, tra sette bare, quella del Soldato Ignoto perl'Altare Della Patria; oggi sono io, madre di un caduto della guerra sui mari, la prescelta per partecipare quale Madrina a questa manifestazione, questa volta serena augurale e propiziatrice. Solo noi donne possiamo penetrare l'intima essenza di queste cerimonie di dolore o di gioia, tristezza o di letizia. Il nostro animo forte ci ha consentito di frenare anche le lacrime quando abbiamo dovuto restituire alla grande Madre il figlio che ci aveva dato ed abbiamo anche luminosamente innalzati gli occhi al cielo perchč nulla avevamo perduto: il figlio che ci nacque dal dolore ci č rinato nella gloria.Vedove inconsolabili e madri dolorose, siamo restate nelle nostre case vuote ove talvolta un piccolo orfano, oggi uomo, si trova forse tra voi, marinai d'Italia, cui porto il saluto di tutte la donne dell'Argentario insieme al saluto di tutta la gente di Porto S.Stefano e Porto Ercole che vive sul mare per la difesa delle sponde sacre, per i traffici e per le industrie marinare. Oggi dal sommo delle antenne eccelse e gių dalle sartie, a poppa, a prora, in un vento di gioia ondeggiano come una selva eroica, le belle bandiere di tutte le glorie, i festosi pavesi, gli stendardi. Echeggiano i rombi delle salve dei cannoni, crepitano le fucilerie, squillano le trombe, rullano i tamburi: č tutto un inno trionfale che soffoca il battito dei nostri cuori esultanti. Oggi che in terra primavera č rifiorita, avrei voluto portare con me tutti i bimbi di questa nostra terra, recanti canestre colme di rose e ramoscelli di alloro e virgulti di mirti e ghirlande di loti per cospargere le tolde delle vostre belle navi. Marinai d'Italia, faccio solo un gesto diprofonda devozione: bacio tre lembi di queste bandiere della grande offerta ed il mio bacio č dato con le labbra di tutta la gente del nostro promontorio tanto bello. Bacio nel rosso il sangue di tutti i nostri morti sul mare. Bacio nel bianco la purezza di tutti i nostri eroi del mare. Bacio nel verde la speranza di una Patria pių grande, pių compresa dentro e fuori, pių adorata, pių concorde, pių pacificata. Viva l'Italia.
Scritto dal comm. Giovanni Viti per la consegna delle bandiere da combattimento ai dragamine Loto, Mirto e Alloro da parte di 3 donne di Monte Argentario. Porto Santo Stefano 10 maggio 1959 |
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2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti |