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Porto Santo Stefano da ricordare

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Le due brevi vite del R 200

 

Non era una gran nave, l'R 200. Non di quelle che sul mare hanno fatto la storia a suon di cannonate.

Quelle, a Porto Ercole non si fermavano nemmeno. Scavalcavano direttamente da La Spezia a Civitavecchia, e viceversa.

L'R 200, che il 17 febbraio del 1944 era all' ormeggio a Porto Ercole, era solo un piccolo dragamine della Kriegsmarine, un R-Boat (raumboot) della classe R 25.

R-Boat gemello del R 200

Era stato costruito sulle rive del Lesum vicino Brema e, dopo aver fatto un pezzetto di fiume, il 26 febbraio 1943 aveva preso il mare diventando, poco dopo, operativo nella 11.Raumbootsflottille insieme ad altre 10 unità della stessa classe.

Verso la fine di quello stesso anno l'R 200, fu trasferito nel Mediterraneo.

Considerate le enormi insidie che l'imbarcazione, molto vulnerabile, avrebbe dovuto affrontare costeggiando la Francia e la penisola iberica per raggiungere il suo nuovo campo di operazioni, l'alto comando della Kriegsmarine decise di effettuare il trasferimento, al pari delle sue gemelle, via terra, utilizzando fiumi e canali navigabili della Francia.

Caratteristiche tecniche

Dislocamento: 110 t ( 128 t a pieno carico)

Lunghezza: 36,2 m

Larghezza max. : 5,55 m

Pescaggio: 1,5 m

Propulsione: n° 2 motori diesel 6 cilindri 4 tempi da 1836 hp

Eliche : n° 2 Voith-Schneider

Velocità max. : 23,5 knots

Autonomia: 1100 miglia a 15 knots

Equipaggio: 31 marinai ed ufficiali

Armamento:

n° 1 cannone antiaereo 3.7 cm L/83 SK C/30

n° 2 cannoni antiaereo 2 cm MG L/65 C/30

n° 10 mine trasportabili

Nel Mediterraneo gli R-Boat della 11.Raumbootsflottille furono attivamente impiegati nel Tirreno centrale, particolarmente di fronte alle coste toscane e laziali, per compiti di supporto e scorta di navi posa-mine ( v. Juminda), scorta di convogli e pattugliamento costiero.

Negli ultimi mesi del 1943 e primi del '44 la pressione degli alleati sui tedeschi in quell'area era fortissima.

Per i tedeschi era di grande importanza la protezione dei propri convogli e la messa in opera di barriere minate di fronte alle coste laziali dove fonti di intelligence indicavano sarebbe avvenuto lo sbarco degli alleati (lo sbarco avvenne effettivamente il 22 gennaio 1944 ad Anzio).

Il 17 febbraio 1944 l'R 200 era ormeggiato alla banchina di Porto Ercole insieme ad alcune motozzattere tedesche ed altre imbarcazioni requisite e militarizzate.

Quel giorno su Monte Argentario si verificò uno dei più massici bombardamenti della guerra.

Bombardamento di Porto Santo Stefano e Porto Ercole del 17 febbraio 1944

Da: “Il dramma di un paese - Porto S. Stefano” di Pietro Fanciulli. Ed.Laurum

Ore:3.00

Dopo 5 ore dal bombardamento notturno di ieri sera, l'azione si ripete: il solito ricognitore lancia bengala e bombe al magnesio per prendere fotografie. Trascorrono 10 minuti circa quando, dal Canale del Giglio compaiono squadriglie di bombardieri, che si susseguono una dietro l'altra nell'intervallo di qualche minuto.

Nel complesso piovve sul porto un'enorme quantità di bombe che provocarono grandi esplosioni. Il porto, che costituiva il principale obiettivo dell'incursione, è colpito in pieno, ma sono ulteriormente colpite le abitazioni civili non adiacenti al porto. Alla Pilarella esplodono alcune bombe dinanzi alla Capitaneria di Porto, lesionando qualche casa; al Pianetto sono colpite alcune case nelle vicinanze dell'asilo Caritas; alla Croce, cioè all'inizio di Via XX settembre, una bomba demolisce il palazzo della Canonica e della Farmacia Bausani ( poi Baldini, oggi Toschi); al Valle alcune bombe cadono presso il Monumento e in via Baschieri.

Si può dunque affermare che tutto il paese è colpito in una sola incursione a tappeto.

Questo bombardamento, sia per la durata, che per la quantità delle bombe sganciate, è da considerare il più gigantesco subito dal paese fino ad oggi.

Vi furono feriti per la popolazione civile e un morto, Giovanni Battista Picchianti, e nel rifugio di via Rosa Ugazzi, Luigi Tortora (a. 75)

Ore 11.05

Diciotto aerei da bombardamento, scortati da tre caccia, provenienti da est, si dirigono su Porto Ercole, mentre le batterie contraeree crepitano disperatamente.

Con una manovra a sinistra, cambiano rotta e da nord puntano su Porto S. Stfano.

Qui sganciano alcune bombe, che provocano forti detonazioni ed un'alta nube di fumo.

Proseguendo la rotta e virando a sinistra, ritornano su Porto Ercole e scaricano per la prima volta su quel paese alcune bombe.

Alle 11.30, dopo questo attacco, anche alcuni aerosiluranti cannoneggiano Porto Ercole per alcuni minuti.

Ore 16.00

Ventitre aerei da bombardamento, provenienti da est, sorvolano Porto Ercole e lasciano cadere qualche bomba sul porto, poi si portano sul Monte ove si dividono in due squadriglie; una di diciotto aerei si dirige verso sud; l'altra di undici, con un'ampia virata a sinistra si porta ad alta quota su Porto Ercole. Molte bombe cadono sul porto ove sono distrutte due bettoline, un MAS(°) ed una barca armata, provocando per l'incendio una grande nube di fumo.

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Nota°: Il MAS citato è in realtà il raumboot R 200

Colpito dalle bombe degli aerei alleati, poco dopo le 16.00 l' R 200 affondò.

I danni subiti non dovettero però essere devastanti perchè circa un mese dopo, il 16 marzo, il piccolo dragamine fu riportato in superficie per essere rimesso in efficienza.

Rimase in cantiere per circa 4 mesi, finchè il 20 luglio ritornò nuovamente operativo.

Ma la guerra volgeva ormai al peggio per la Germania. Il 6 giugno gli alleati erano sbarcati in Normandia.

In Italia  i tedeschi si stavano ritirando verso la linea gotica.

Alle 22.30 dell'11 giugno Radio Londra aveva annunziato che i tedeschi avevano abbandonato Porto Santo Stefano: il bollettino alleato parlava di rotta completa delle armate di Kresslring.

Il Mediterraneo era diventato un mare infido ed ostile ai navigli della Kriegsmarine.

Il 31 agosto, alle 22.37, l'R 200 fu nuovamente colpito da aerei alleati, vicino all'isola di Santo Stefano, tra le coste del Lazio e della Campania. Questa volta i danni furono molto gravi.

Il 15 settembre del 1944 il raumboot R 200 fu fatto saltare in aria dallo stesso equipaggio.

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti