Home

L'autore

Il sito

Porto Santo Stefano da ricordare

Buongiorno!

Iris, un giorno d'estate all'Argentario

 

Si può morire per tanti motivi. A Francisco Palacios toccò di morire per una birra.

L'uomo che entrò nel suo negozietto di generi alimentari, ubriaco che di più non si può, la voleva, ma la voleva

a tal punto che quando Francisco, a fin di bene, si rifiutò di dargliela, quello dette prima in escandescenze, poi estrasse dalla cinta dei pantaloni una pistola e gli sparò. Come in un film western della peggiore specie.

La scena, descritta dal quotidiano honduregno La Prensa , non si svolse però nel Far West o nel Nuovo Messico al tempo dei cow boy, ma nei sobborghi di una grande città dell'Honduras, San Pedro Sula nel 1998.

Nè Francisco Palacios era un anonimo inserviente dietro il bancone di un saloon, bensì marito di Dunia Esperanza Cruz e padre di 4 figli che, tutti insieme, lo aiutavano a mandare avanti quella piccolissima attività commerciale indispensabile a sostenere la famiglia.

Iris era la figlia più grande. Aveva allora 19 anni. Iris Noelia Palacios Cruz.

Quando Francisco, per colpa di quella birra negata, lasciò, con la vita, la conduzione di quella piccola attività familiare, la situazione economica della famiglia cominciò a precipitare.

Iris, seguendo le orme di tre zie che già risiedevano in Italia e che si offrirono per pagarle il viaggio, decise allora di varcare anche lei l'oceano per cercare un'attività che le consentisse di contribuire al sostentamento della famiglia, al mantenimento agli studi dei fratelli e al pagamento del mutuo della casa, che altrimenti avrebbero perso. Poco dopo anche la madre la seguì e andò ad abitare con lei a Guidonia, vicino Roma.

E' bello l'Honduras con la luce del suo cielo, i colori della terra, i suoni, i sapori e la sua gente accogliente e cordiale.

Lasciarlo pesò molto ad Iris. Aveva 25 anni, allora, e tutti i sogni di quell'età.

Ma con buona volontà un po' di lavoro riuscì a trovarlo, come babysitter presso famiglie del luogo. Lavoro precario e in nero, ovviamente, un'immigrata clandestina non può pretendere di più. Il permesso di soggiorno tardava ad arrivare...

Poi sembrò che le cose per Iris cominciassero ad andare per il verso giusto. Trovò un'occupazione stabile presso un'agiata famiglia romana come "tata" per la figlia Letizia di 10 anni. Un lavoro tutto sommato soddisfacente, un po' perchè stare con Letizia le piaceva, ed anche perchè le consentiva di fare, anche lei, un po' di mare quando in estate la famiglia si trasferiva all'Argentario per la villeggiatura.

Cala del Bove non è un luogo per la balneazione dei comuni mortali. E' un tratto di costa tra i più suggestivi ed impervi dell'Argentario. Se non si ha un po' di spirito di sacrificio per affrontare la discesa fino al mare, occorre una barca per arrivarci o, meglio, una villetta in prossimità della scogliera. Come nel caso della famiglia di Letizia.

Iris, che da perfetta immigrata irregolare non aveva nè l'una nè l'altra ma che Letizia doveva accudire mentre i genitori ritempravano il corpo e lo spirito nel profumo dei mirti e del rosmarino, poteva lo stesso godersi in santa pace quel piccolo paradiso e dedicarsi, nei ritagli di tempo, ai suoi progetti per l'avvenire.

Come quel 25 agosto del 2006.

A memoria di santostefanese l'estate all'Argentario finisce alle 8 di sera del 15 agosto, dopo il palio. Dalla mattina del 16 c'è da aspettarsi di tutto: splendide giornate di sole o temporali improvvisi, bonacce o buriane di vento, mare calmo come l'olio o mareggiate tempestose. E' l'estate che non vuole morire.

Quel giorno il cielo sull'Argentario era limpido ma il mare a Cala del Bove era mosso per un fresco maestrale.

Iris e Letizia erano scese nel tardo pomeriggio per fare il bagno anche se il tempo non era certo dei migliori.

Probabilmente Iris di mare ne sapeva pochino. A San Pedro Sula il mare non c'è. Bisogna fare un bel po' di strada per arrivarci. Ci sarà andata qualche volta da ragazza con le amiche, questo si, ma c'erano le faccende di casa da sbrigare, i fratelli più piccoli, il negozio ... le occasioni non saranno state tante.

Del mare dell'Argentario, poi, non sapeva praticamente niente.

Altrimenti si sarebbe tenuta alla larga da quegli scogli così pericolosi quando sono battuti dalle onde del maestrale, e da un mare, in quelle condizioni, insidiosissimo per le correnti e la risacca.

Uno del paese anche con un mare così se la sarebbe cavata. A galla ci sarebbe comunque rimasto e in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a tornare a terra .

Ma il mare di Iris era diverso. Spiagge sterminate di sabbia bianca, palme e mangrovie... Un altro mondo...

Raccontò un testimone (da Il Tirreno): "La babysitter e la ragazzina erano su uno scoglio abbastanza piatto. La ragazzina con i braccioli da mare, mentre l'altra... mi è parso che fosse vestita. D'un tratto un'onda di risacca più alta delle altre ha preso la ragazzina e l'ha trascinata in mare... La babysitter ha cominciato a gridare, poi ha avvolto un telo da mare e tenendolo per un'estremità l'ha sporto in avanti sperando che la ragazzina vi si aggrappasse. Ma lei non ce la faceva... Allora la babysitter ha preso la sua decisione e si è tuffata anche lei in mare per soccorrerla. L'ha raggiunta e afferrata... e spingendola da dietro è riuscita a issarla sullo scoglio, mettendola in salvo. Poi ha cominciato a salire anche lei... ed era quasi giunta in cima quando la risacca ha formato un'altra onda più grande delle altre che ha afferrato le due giovani e se l'è risucchiate in mare: la ragazzina è finita più lontano e si è salvata, grazie anche ai braccioli, la babysitter invece deve aver sbattuto la testa contro gli scogli e deve essere svenuta. Così è annegata..."

Un battello della Guardia Costiera, intervenuto una ventina di minuti dopo su avvertimento di testimoni, trasse in salvo la bambina che, esausta e infreddolita, ma sostenuta in superficie dai braccioli, era stata trascinata al largo dalle correnti. Un secondo battello, poco dopo recuperò Iris.

Tutto il resto non ha importanza. La medaglia al valor civile, i discorsi commemorativi, le cerimonie, le promesse di aiuto da parte delle autorità non riguardano più Iris.

"He comprendido que no hay nada mejor que nuestra tierra, que tanto recuerdo y a la cual espero regresar algún día”  scrisse un giorno alla sua amica Claudia.

Si può morire per tanti motivi. Ad Iris fu riservato il migliore.

 

rif: Il Tirreno, La Prensa Honduras

 

 

 

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti