Porto Santo Stefano da ricordare |
Il Siluripedio di Porto Santo Stefano |
|
Lancio dalla catapulta di un siluro per aerei Era il 1937 e venti procellosi di guerra soffiavano ormai sull'Europa. E poiché, come sempre succede in queste circostanze, il mercato delle armi, e del siluro in particolare, tirava parecchio – che Dio benedica la guerra, secondo alcuni - il consiglio di amministrazione dell'azienda fiumana, giudicando peccato mortale rinunciare a tante buone commesse, decise di convertire l'attività produttiva di una sua filiale di Livorno, la Moto Fides, da quella, fallimentare, della costruzione di motociclette militari a quella ben più remunerativa di apparecchiature per armamenti subacquei. All'inizio l'attività era limitata, tra l'altro, alla costruzione di componenti di siluro che poi venivano inviati alla casa madre di Fiume per il loro assemblaggio. Solo l'anno successivo, quando la richiesta di forniture divenne frenetica, le due società, madre e figlia, decisero che la Moto Fides facesse tutto da sè estendendo la produzione fino al prodotto finito. Da quel momento l'azienda labronica si insignì del nome ben più significativo di "Silurificio Moto Fides S.A. di Livorno". Le prime commesse arrivarono dalla Regia Marina nel 1939. L'inaugurazione ufficiale in pompa magna, con il segretario del PNF Ettore Muti ed il ministro dei trasporti Adelchi Serena, il 10 marzo 1940. Questo salto di qualità pose però un problema all'azienda: dove effettuare il collaudo ed i test per i siluri usciti dal proprio stabilimento. Attività ll'interno dello stabilimento Poiché effettuarli presso la casa madre, a Fiume, risultava scomodo e complesso, considerando la mole di lavoro che già la gravava e i tempi che correvano, fu deciso di realizzare un siluripedio sulla costa toscana da utilizzare in proprio. E tra i siti presi in considerazione fu scelto Porto Santo Stefano, sull'Argentario. Posto tranquillo con gente che si faceva gli affari propri, con uno specchio di mare antistante discretamente riparato dai venti, e con qualche struttura militare a disposizione per ogni evenienza. I lavori per la costruzione del siluripedio cominciarono nel 1942 e terminarono nell'anno successivo, quando già la guerra per l'Italia stava volgendo al peggio. Il 29 giugno del 1943, alla presenza delle autorità civili e soprattutto militari, avvenne l'inaugurazione ufficiale. Non è dato saperlo, ma è verosimile che durante la cerimonia accanto ai sorrisi di circostanza vi fossero molti volti scuri: quelli di coloro che sapevano che a quella data la Moto Fides di Livorno, il silurificio da cui il Siluripedio di Porto Santo Stefano traeva la sua ragione d'essere, aveva cessato la sua attività. Ci avevano pensato gli aerei alleati con i loro bombardamenti, in particolare quello devastante del giorno prima, 28 giugno 1943 in cui 21 tra operai ed impiegati dello stabilimento avevano perso la vita. Privo di siluri da testare e con gli eventi bellici che stavano precipitando, il Siluripedio rimase praticamente inattivo, ma con splendida vista sul mare, sin dalla sua inaugurazione. Gli unici lanci effettuati furono quelli per la messa a punto delle attrezzature e degli strumenti e quei pochi che si riuscì a realizzare prima che la Moto Fides di Livorno fosse costretta ad interrompere la sua attività. I bombardamenti alleati su Porto Santo Stefano dall'8 dicembre di quell'anno fino al giugno dell'anno successivo posero poi fine ad una esistenza diventata assolutamente inutile.
Da allora i ruderi di quello che fu il Siluripedio di Porto Santo Stefano sono rimasti a deturpare fino ad oggi un tratto di costa dello Sconcione, sull'Argentario, forse nell'attesa che qualche Vip nostrano si decidesse a costruire su di essi un hotel o villa faraonica con spiaggia e pontile annesso. Ovviamente privati.
|
2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti |