"..E' stato bombardato da aerei alleati Porto Santo Stefano, "piazzaforte" tedesca in Italia..." così Radio Londra, stando a quanto riferiscono quei pochi audaci che osavano ascoltarla.

1943 - Alcuni soldati della Wehrmacht sul molo. Dietro di loro una nave da trasporto civile militarizzata con verniciatura mimetica ed armata. Visibile una cannone sulla tolda a prua. Sullo sfondo la Capitaneria di Porto della Pilarella
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A parte la "leggera" esagerazione per enfatizzare i successi degli ormai prossimi vincitori e insieme giustificare la distruzione di un tranquillo paese di pescatori e vignaioli, Porto Santo Stefano costituiva in effetti per i tedeschi una base logistica molto importante

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Motozattere alla banchina del Valle (8.12.1943)
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Motozattera al pontile di Port'Ercole (20.3.44)
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I continui bombardamenti delle linee e stazioni ferroviarie e della rete stradale avevano reso praticamente
impossibile inviare materiali e truppe via terra. Il trasporto via mare rimaneva la soluzione più affidabile e con maggiori probabilità di successo (....The nazis have been attempting to ship supplies to the front by water since bombs from units of the mediterranean allied air forces have systematically cut rail lines leading south...).
Porto Santo Stefano, ed in misura molto minore Port'Ercole, similmente ad altri centri sulla costa, furono pertanto attrezzati dai tedeschi a basi logistiche per la raccolta e lo smistamento di materiali indispensabili agli uomini al fronte e sul territorio controllato.
Lo spostamento del materiale via mare avveniva mediante un naviglio che comprendeva, oltre a natanti civili requisiti ed attrezzati, anche un consistente numero di bettoline e motozattere (landungsboot) capaci di un notevole carico e dotate di un modesto armamento.

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Motozattera tipo "Marinefährprahm"
Stazza:
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220-239 t
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Lunghezza:
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47.04-49.84 m
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Larghezza:
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6.53-6.59 m
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Propulsione:
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3 Motori Diesel 390 HP
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Velocità:
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10.5 nodi (a pieno carico)
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Range:
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max. 1340 miglia a 7 nodi
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Capacità:
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85-140 t
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Armamento:
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Diverso nelle varie versioni
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Presente in varie unità a Porto Santo Stefano e Porto Ercole durante la seconda guerra mondiale
E' stata la motozattera di maggiori dimensioni e con più grande capacità di carico costruita dai tedeschi. Ha avuto grande diffusione nel Mediterraneo e negli altri teatri di guerra, in vari ruoli: nave da trasporto, posamine, nave scorta, cannoniera.
Un portellone anteriore ribaltabile consentiva agevolmente lo sbarco di materiali, mezzi e truppe su approdi non attrezzati.
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Il materiale scaricato dalle motozattere, proveniente da centri di smistamento importanti, in particolare La Spezia, veniva trasportato mediante camion ad un centro di raccolta situato in Feniglia. Da qui veniva poi inoltrato dove richiesto. Gran parte di questo materiale, particolarmente generi alimentari abbandonati dai tedeschi in precipitosa ritirata verso il nord, fece poi la felicità di molti santostefanesi e portercolesi, stremati dalla lunga "carestia" bellica.

Altre motozattere nel Mediterraneo
Cannone 88 mm FLAK
Centri logistici particolarmente importanti erano il Deposito Carburanti al Campone, controllato dai tedeschi, il Forte del Pozzarello ed il Siluripedio alla Pilarella. Quest'ultimo, sebbene inaugurato il 29 giugno 1943, non potè mai diventare pienamente operativo per la distruzione, da parte degli alleati, del silurificio della Motofides di Livorno, i cui siluri doveva provare e collaudare, e successivamente di esso stesso per i bombardamenti su Porto Santo Stefano iniziati l'8 dicembre.
La difesa della "piazzaforte" di Porto Santo Stefano era affidata ad una ben strutturata batteria contraerea a Lividonia (cannoni 88 mm) ed altre al Pozzarello, Santa Liberata,in Feniglia e a Calagrande (37 mm), più le armi di bordo delle motozattere.

Cannone 37 mm FLAK
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