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Porto Santo Stefano da ricordare

Buongiorno!

Italians not suited for war

 

 

Lui non poteva andarsene. Era inchiodato lì, sul suo piedistallo di marmo in via Barellai, dove i santostefanesi l'avevano messo a ricordo dei 20 caduti durante la guerra del '15 -'18.

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E lì era rimasto  fino a quell' 8 dicembre del 1943, con l'elmetto sul capo e il tricolore tra le braccia, a guardare giù nel porto i pescherecci e i bastimenti che lenti e silenziosi andavano e venivano dalle banchine.

Lui non poteva andarsene, cercare un riparo...

E poi, se anche avesse potuto, non sarebbe stato bello nei riguardi di quelli i cui nomi

erano riportati a lettere di bronzo sul piedistallo.

Così quel giorno dell'Immacolata del '43, mentre i bombardieri scorrazzavano nel cielo dell’Argentario, chissà, avrà solo sperato che la Fortuna si movesse a compassione per la sua nudità indifesa e tenesse lontano da lui quelle bombe che a grappoli piovevano dal cielo.

E poi perchè, si sarà chiesto, quelle bombe cadevano indistintamente sulle postazioni tedesche e sulle case, l'ospizio, la scuola, la chiesa dei suoi compaesani...?

L'Italia era uscita dalla guerra tre mesi prima, dicevano in paese. E allora, perchè?

Ingenuo. Era un soldato eppure non conosceva la guerra.

Non sapeva che lei fa quello che le pare. Quello che a secondo del momento è più conveniente all'una o all'altra parte.

I santostefanesi con il bombardamento devastante di quel giorno lo sperimentarono sulla propria pelle. Capirono che il paese, in quanto ospitante un nucleo logistico della Wehrmacht, era diventato un obiettivo strategico da colpire e non sarebbe stato risparmiato. Lo capirono e sfollarono nelle campagne e sui colli circostanti.

A dimostrazione che “… Italian psychology was not suited for war…”, come aveva sentenziato il British War Cabinet studiando le strategie di bombardamento più idonee per vincere la guerra. Bastavano poche azioni di bombardamento mirate e non troppo estese e gli italiani avrebbero subito calato le braghe.

 

In December 1940, a War Cabinet meeting stated that Italy did not require ‘raids of the Coventry type' as Germany did, since the Italians' emotional temperament meant that smaller attacks would still obtain a great moral effect. 
Italian ‘psychology' was considered ‘not suited for war'….

 

I tedeschi sì, che erano adatti alla guerra. Per loro non bastarono  i 40000 morti di Amburgo, i 30000 di Dresda, i 12000 di Darmstadt, i 5000 di Wúrzburg, i 6000 di Essen, i 9.000 di Weser, i 4.000 Magdeburgo, e cos via.

E i giapponesi, dall'altra parte del mondo? Anche per loro non fu sufficiente Hiroshima con i suoi 200000 morti ed oltre. Fu necessario anche Nagasaki tre giorni dopo...

 

 

Per gli italiani, per il loro emotional temperament, bastò molto meno. Non erano 
“psychologically suited”.

I santostefanesi poi … con il loro retaggio di antichi cromosomi partenopei,  tutti 
“spaghetti e mandolino”… Doppiamente non idonei.

E avevano cercato scampo nei dintorni.

Il soldato nudo con l’elmetto e la bandiera che guardava le barche e i pescherecci giù nel porto era rimasto.

E la guerra l’aveva fatto a pezzi.

 

Adesso al suo posto c’è un monumento in bronzo con una figura alata imprigionata da un intrigo di spine.

Dicono che sia l'umanità che risorge dalle sofferenze della guerra...

Io lo interpreto diversamente.

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2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti