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Il trenino dell'Argentario | |||||||||||||||||||
C'era una volta...un trenino che univa Orbetello con Porto Santo Stefano... Partiva da Orbetello Scalo, faceva sosta ad Orbetello, là dove adesso c'è la stazione dei pullman, "navigava" nella laguna sulla diga fino a Terrarossa, e poi, correndo a pochi passi dal mare e imbucandosi ogni tanto in qualche tunnel arrivava a Porto Santo Stefano, fermandosi alla stazioncina del Valle, là dove adesso si svolge il mercato del martedì. Il treno era del tipo classico di quei tempi: una bella locomotiva a vapore tutta nera, un tender con il serbatoio dell'acqua e carboniera, e qualche vagone per i passeggeri che avessero avuto voglia o necessità del viaggio.
"Ferrovia dell'Argentario" la chiamavano i documenti ufficiali delle Ferrovie. Era lunga 13 km, ad un solo binario ed a scartamento ordinario. Fotografia aerea durante il bombardamento dell' 8 dic 1943 Fu progettata e costruita dalla Società Nazionale Ferrovie e Tramvie dopo aver avuto, il 16 settembre 1909, l'approvazione del Governo e del re Vittorio Emanuele III. Il progetto prevedeva un successivo prolungamento nell'interno, mai realizzato, verso Orvieto e Foligno. I lavori per la ferrovia iniziarono nel 1911 e l'inaugurazione avvenne nel dicembre del1913. Inizialmente le corse giornaliere erano 4, ma successivamente, verso la fine della sua attività il loro numero salì a 6. Nel 1924 venne realizzato un raccordo che poco dopo il tunnel della Cantoniera piegava a destra per raggiungere la banchina del cosiddetto "Porto Arturo". Nel 1936 venne realizzato un secondo raccordo che dalla Stazione di Porto Santo Stefano raggiungeva e si inoltrava nel Deposito Carburanti dell'Aeronautica Militare. Ogni attività di servizio cessò nel 1944, dopo che i pesanti bombardamenti avevano quasi completamente distrutto il paese e danneggiato gli impianti. Terminata la guerra il governo decise di non riattivarla "perchè di scarsissimo traffico e non indispensabile per l'economia dei trasporti della regione servita" Della ferrovia rimangono intatti i tunnel scavati direttamente nella roccia, mentre la sede dove correvano i binari in parte è scomparsa e in parte asfaltata per il traffico automobilistico. Le case cantoniere, ormai tutte distrutte o trasformate in residenze private.
La piccolissima e splendida "Ferrovia dell'Argentario" avrebbe meritato un destino migliore.
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2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti |